«Cosa cercare che sfugga al consumo? Dove cercare i segni del sacro oggi?», si domanda con insistenza Davide Rondoni in un viaggio alla ricerca dei suoi segni che è il docufilm SACRITALIA di cui è autore. Prodotto da Rai Documentari per la regia di Francesco Castellani, è stato presentato in anteprima al Maxxi di Roma e andrà in onda il prossimo 21 dicembre alle 23:15 su Rai 2 e successivamente sarà disponibile su RaiPlay.

In un mondo in cui si consuma soltanto e nel quale si è, come rileva lo stesso poeta, “figli di NN”, ossia di Narciso e del numero di like sui social, «ti attraggono le cose che si misurano e si consumano o Altro?». In effetti il sacro non è scomparso; non si perde mai il sentimento del sacro perché fa parte della natura umana; perché come si legge nella Scrittura, l’uomo è un abisso che invoca un abisso (cf. Sal 42, 8).

«La questione non è allora se il senso del sacro ci sia ancora nell’uomo, bensì se qualcuno continui a mostrarne i segni». D’altra parte «è il segno che rende visibile l’Invisibile», per cui «se una società non hai segni, rimangono solo i marchi», osserva acutamente il poeta romagnolo.

E di segni ne scorrono tanti sullo schermo nel viaggio del poeta (perché è la parola poetica ad attingere il Mistero) in luoghi reconditi d’Italia, alla ricerca del senso religioso, del vero, del bello, del giusto che rende una vita significativa. Una ricerca che naufraga e resta inappagata nei visitatori che mettono la mano a Roma nella “Bocca della verità”; che si pone domande sul senso del vivere e del morire e trova un segno nel “Giardino dei Mandorli” a Pieve di Romena (AR), il quale racconta il dramma di madri che hanno perso i loro figli. Il mandorlo, infatti, è il primo albero a dare i fiori ma l’ultimo a vederne i frutti. La morte, che la nostra società tende a liquidare come «un’uscita di scena», è invece un mistero, come lo è il male.

A Sarsina (FC) nella chiesa di San Vicino c’è un collare, segno che da 1300 anni libera dal male. Qui Rondoni incontra l’esorcista don Gabriele Foschi, il quale ricorda in particolare la figura luminosa di padre Amorth che ha risvegliato la coscienza moderna ed ecclesiale sull’esistenza del diavolo. Di qui il poeta romagnolo si fa compagno di strada dei serpari che nei boschi intorno a Cuccullo (AQ) vanno a caccia di serpenti. A esorcizzare e scacciare il male questa volta ci sono la processione di San Domenico abate, la cui testa viene adornata da tanti serpenti vivi, e la potenza del canto devozionale popolare evocata dal maestro musicista Ambrogio Sparagna.

Un altro segno è costituito dalla Cesenatico tanto cara al poeta romagnolo, che gli offre lo spunto per riflettere sulle contraddizioni della sua terra, emblema di bagordi in cui ci si diverte tra parchi giochi e discoteche «per cacciar via l’ansia», e il mare, che ci ricorda che «non desideriamo solo consumare, consumare, ma anche tremare di fronte all’abisso. Perché quando si esce come il marinaio si comincia a guardare il cielo». D’altra parte «il cuore è una tempesta di desideri; è fame di qualcosa che resti e che meriti tutto il mio amore e il mio timore», rileva ancora Rondoni ribadendo come i crolli di ogni ideologia abbiano ampiamente dimostrato l’illusorietà di costruire il paradiso sulla terra.

C’è poi “Casa Sankara”, un centro di accoglienza in Puglia (FG), segno di «occhi al cielo e occhi negli occhi» di immigrati che si ritrovano insieme dopo le atrocità subite e i dolori delle perdite di cari in mare. Un cielo che non è vuoto, in cui la Mamma prende in braccio i suoi figli che sono nel dolore. A San Severo c’è infatti la Madonna del Soccorso, una Madonna bruna (bella e abbronzata dal sole dei campi) con il Bambino di carnagione bianca che viene portata in processione mentre si corre lontano dalle esplosioni di batterie. A questa processione era solito partecipare anche Andrea Pazienza, genio del fumetto contemporaneo. 

Nella più celebre grotta di Monte Sant’Angelo Rondoni incontra l’Arcangelo con la spada. Questa diviene l’occasione per ricordare i tanti ‘angeli’ in carne e ossa che, mediante piccoli gesti d’amore, hanno combattuto accanto a lui per vincere insieme il buio nelle difficoltà della vita ordinaria.

Infine, dal momento che il Sacro si è incarnato, nell’epilogo del suo viaggio il poeta incontra «il primo segno sacro del Mistero sacro che fa tutte le cose», la figlia Carlotta. E il canto d’amore di un padre alla figlia – segno del Sacro invisibile che ancora si fa visibile – è: «Quando apparisci tu, fa sempre journ».

Fonte: Il Timone

Please follow and like us: