“L’Angelo Custode è il nostro primo contatto con il Soprannaturale. Quando una mamma dice (tuttora) a un figlio: “Dormi tranquillo, il tuo Angioletto Custode ti protegge”, di fatto gli dice che esiste qualcosa che c’è ma non si può vedere, ecco dunque l’arrivo del Soprannaturale nella nostra vita, prima ancora che qualcuno ci parli di Dio o della fede”. Da tale consapevolezza prende le mosse il recente volume Noi e gli angeli (pp. 159, Pagine dell’Arco 2017; disponibile in formato e-book su Amazon, € 2, 99) di don Marcello Stanzione, uno dei massimi esperti di angelologia. Egli si sofferma sulla natura di tali creature spirituali dotate di intelletto e volontà affidate agli uomini per custodirne i passi nelle vie del Signore.  In effetti ogni angelo, “in quanto Puro Spirito, si offre a noi con un carattere di unità, di semplicità, di stabilità, e, nello stesso tempo, con qualità di mobilità, di chiaroveggenza, di vigore e di energia”. Al di là dell’iconografia tradizionale cui siamo abituati, in realtà gli angeli non hanno le ali: esse sono semplicemente “una maniera per esprimere che non fanno parte della sfera umana, la loro rapidità, la fretta che portano nell’eseguire gli ordini del Signore”. La natura spirituale di cui sono costituiti consente loro di muoversi infatti alla velocità del pensiero. Ripercorrendo le pagine bibliche in cui si parla in particolare degli arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele, l’autore ne evidenzia la preziosità di una missione esclusiva al servizio del popolo di Dio. Infatti Stanzione si sofferma successivamente sul legame molto stretto tra gli spiriti celesti e molti santi e papi di ogni epoca storica. Gli angeli sono così presenti nei racconti biografici di diversi martiri dei primi secoli, nella vita di Gregorio Magno, Francesco d’Assisi, Tommaso d’Aquino, Francesco di Paola, Francesca Romana, Teresa d’Avila, Giovanna d’Arco, Luigi Gonzaga e di tante altre figure di santi di cui l’autore racconta anche brevi ma significativi aneddoti in relazione al loro personale incontro con tali creature.

San Filippo Neri, per esempio, fu salvato dal suo angelo custode allorquando una carrozza trainata da cavalli imbizzarriti stava per travolgerlo. “Un’altra volta a San Filippo Neri si fece innanzi un povero per chiedergli l’elemosina. Il Santo stava per dargli prontamente tutte le poche monete di cui disponeva, ma l’altro disse sorridendogli: “Io volevo vedere solamente quello che tu sapevi fare””. Era il suo angelo custode, il quale aveva fatto “ricorso a questo travestimento per fargli capire sempre più quanto la carità ai poveri fosse gradita a Dio”. Allo stesso modo San Giovanni Bosco, autore di “un opuscolo popolare per diffondere il culto degli Spiriti Celesti”, per sottolineare l’esigenza di tale devozione, scrive: “Un argomento che mostra l’eccellenza dell’uomo è certamente il fatto che egli abbia un Angelo per custode. Così fin dal primo istante che l’uomo compare nel mondo, egli l’assiste notte e giorno. Lo accompagna nel viaggio lungo le strade; lo difende dai pericoli, sia dell’anima che del corpo, l’avvisa di ciò che è bene perché lo segua”. Di qui l’augurio di padre Pio nel salutare i pellegrini: “Che l’Angelo di Dio ti sia luce, aiuto, forza e guida”. Gli fa eco un passaggio dell’omelia di Papa Francesco, nella quale il Santo Padre esclama: “Quante volte abbiamo sentito: “Ma…questo…Dovrei fare così, questo non va, stai attento”. Tante volte! È la voce di questo nostro compagno di viaggio. Dobbiamo essere sicuri che lui ci porterà alla fine della nostra vita con i suoi consigli, e per questo dare ascolto alla sua voce, non ribellarci”. Il libro di don Marcello Stanzione presenta infine anche una breve appendice con tante utili preghiere e invocazioni di richiesta di protezione angelica a tali creature celesti, in specie ai tre arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele.

Fonte: FarodiRoma

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