In Italia, si sa, il tasso di natalità è sempre più basso: i figli non si fanno, o peggio, se si fanno, aleggia su di loro la minaccia che siano abortiti. Se dunque da un lato si conferma la tendenza che vede gli aborti chirurgici in lieve diminuzione rispetto all’anno precedente, dall’altro c’è un incremento dei numeri relativi all’aborto fai-da-te, quello farmacologico.

Stando ai dati 2020 presentati nella relazione annuale 2022 sull’attuazione della legge 194/1978 il tasso di abortività (numero di IVG ogni 1.000 donne residenti in Italia tra i 15 e i 44 anni) è del 5,4% (-6,7% rispetto al 2019), mentre quello di quante hanno fatto ricorso all’aborto farmacologico nel 2020 è il 31,9%, in aumento rispetto al 24,9% del 2019. E ancora, «nel 2020 il numero di IVG è diminuito in tutte le aree geografiche del Paese, specie nell’Italia meridionale e insulare. Rispetto al 2019, le regioni in cui si è osservata una maggiore riduzione nel numero assoluto di IVG sono Valle d’Aosta, Basilicata, Sicilia, Puglia, Lombardia e Sardegna», recita l’ultima relazione ministeriale. Tuttavia il ricorso all’aborto farmacologico è aumentato in maniera esponenziale: nell’ultimo anno il consumo della “pillola dei cinque giorni dopo” ha registrato un incremento del 25%. E in effetti sono due su dieci a dichiarare di aver utilizzato EllaOne almeno una volta nella vita.

I dati più allarmanti sono quelli recenti relativi all’ultima relazione approvata dal ministero ma non ancora presentata in Parlamento e riguardano proprio le ragazzine: oltre 4.200 hanno abortito in età compresa tra 15 e 19 anni, 126 in età al di sotto dei 15 anni, mentre solo 3.119 tra 15 e 19 anni hanno accolto la vita in grembo e 21 tra i 12 e 14. Ciò che fa rabbrividire maggiormente è la leggerezza con la quale le giovani ricorrono a quella che viene presentata loro ingannevolmente come l’unica via percorribile. Stando infatti ai dati degli stessi consultori diverse ragazzine già all’età di 14 anni hanno fatto due aborti; sei diciottenni hanno raccontato di aver già fatto quattro aborti. Per la fascia di età compresa tra 15 e 17 anni si è registrato un numero maggiore di aborti in Puglia, Abruzzo, Friuli, Sicilia. Le giovanissime della stessa fascia d’età che invece hanno avuto il coraggio di accogliere il proprio figlio vivono in specie in Sicilia, Puglia, Campania, Calabria.

Certo la facilità con cui si ricorre all’aborto farmacologico – soprattutto da quando la pillola EllaOne viene concessa senza prescrizione medica persino alle minorenni – è parte integrante di un’ulteriore banalizzazione della sessualità figlia della menzogna. Come per le estroprogestiniche e la ‘pillola del giorno dopo’ si tace intenzionalmente la stessa verità scientifica: se l’ovulazione è avvenuta l’effetto non è anticoncezionale ma antinidatorio, cioè abortivo, nella misura in cui agendo sull’endometrio, lo rende inospitale all’accoglienza di un essere umano piccolissimo che avrebbe sì pochi giorni di vita, ma che desidererebbe continuare a vivere se solo la sua mamma glielo consentisse. Ma ciò, inutile ribadirlo, viene maliziosamente obliato nei consultori e la pillola è spesso proposta come l’unica soluzione dinanzi a una gravidanza indesiderata. Si incentiva così di fatto l’amore senza responsabilità, ovvero la deresponsabilità; l’aborto viene ridotto a fatto privato e tutto ricade solo sulla donna; si negano gli effetti indesiderati di tali ormoni che pure esistono e possono inficiare anche gravemente la salute fisica della donna mentre sicuramente ne segnano negativamente quella psicologica. Insomma la prima vittima, più o meno inconsapevole di quanto le accade in grembo, è la stessa giovane che ha sposato tale logica potenzialmente abortiva; la seconda potrebbe essere, purtroppo con maggiore probabilità nel caso di EllaOne, un essere umano piccolissimo e innocente costretto a interrompere improvvisamente e tragicamente il suo primo viaggio.

Fonte: Notizie ProVita e Famiglia

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