Tutelare la dignità di ogni vita umana dal suo concepimento alla morte naturale è la priorità di ogni società sedicente civile e a maggior ragione del magistero della Chiesa, la quale è Corpo Mistico di Colui che è la Vita stessa. «La misericordia di Dio ci chiama a custodire ogni vita, specialmente quelle dimenticate dalla società – il bambino che deve ancora nascere e l’anziano ormai alla fine del suo cammino – perché ciascuna porta il volto di Cristo», ha affermato recentemente con forza Robert Francis Prevost, oggi Sua Santità Papa Leone XIV, durante un’omelia pronunciata nella Diocesi suburbicaria di Albano.
Da Prefetto della Congregazione dei Vescovi, in un discorso rivolto ai pastori della Chiesa pronunciato in Dicastero, ha ribadito ancora che «i vescovi sono chiamati a essere pastori che difendono la sacralità della vita, assicurando che nessuno – né il nascituro né l’anziano – sia lasciato senza l’amore e la protezione della Chiesa». Di qui, tornando sul valore inestimabile della dignità di ogni vita umana, nel 2023 ancora ha ribadito che «la Chiesa deve camminare con tutte le persone, specialmente con le più vulnerabili, assicurando che la loro dignità sia sostenuta dal grembo materno fino alla fine della vita, poiché questo è il cuore della missione di Cristo».
Nominato da Papa Francesco il 3 novembre 2014 amministratore apostolico della diocesi peruviana di Chiclayo e al contempo vescovo titolare di Sufar anche Papa Leone XIV, richiamando la ‘cultura dello scarto’ del pontefice argentino, ha sottolineato ulteriormente in un’altra occasione che «non possiamo costruire una società giusta se scartiamo i più deboli, sia il bambino nel grembo materno sia l’anziano nella sua fragilità, perché entrambi sono doni di Dio». Una ‘cultura dello scarto’ che tra i più fragili colpisce anche malati terminali e anziani.
Per questo motivo proprio rispetto a questi ultimi nel 2020 ha evidenziato che «i nostri anziani non vanno scartati, ma custoditi come portatori di saggezza e di fede, meritevoli dello stesso amore e della stessa protezione dei più giovani». Insomma se per riconoscere e custodire il diritto alla vita di ogni essere umano dal grembo materno allo stadio terminale è sufficiente il lume della ragione, queste parole che scaturiscono anche dalla fede in Cristo aggiungono sicuramente ancor più luce per illuminarne il mistero. Dunque l’auspicio è che, nel solco del magistero della Chiesa e dello stesso Papa Francesco, anche Papa Leone XIV possa far presto risuonare anche dal soglio di Pietro tale verità sull’uomo e sul mistero della vita.